Tratto da ItaliaOggi del 10 febbraio 2023
Alla fine il dietrofront del governo è arrivato.
I lavoratori fragili del settore pubblico, ma anche del privato, potranno continuare a usufruire dello smart working semplificato (che prescinde dagli accordi individuali con il datore di lavoro) fino al 30 giugno 2023.
La proroga della chance, che sarebbe andata a scadenza il prossimo 31 marzo, è stata inserita in extremis negli ultimi emendamenti al decreto legge Milleproroghe (dl 198/2022) approvati dalle commissioni affari costituzionali e bilancio del Senato che ieri hanno concluso i lavori consegnando il testo all’aula di palazzo Madama dove approderà martedì 14 febbraio.
A fare resistenza rispetto all’ipotesi di un’ulteriore proroga era stato il Mef, vista l’onerosità del rinvio soprattutto per il settore pubblico, dove figure di lavoratori per forza di cose non ?smartabili? come insegnanti, infermieri, medici ecc, avrebbero necessitato di una sostituzione con relativi costi per il bilancio dello Stato.
Alla fine, anche grazie all’intervento del premier Giorgia Meloni, le risorse (circa 16 milioni) sono state trovate e questo ha spianato la strada all’approvazione dell’emendamento a firma dei relatori Alberto Balboni e Dario Damiani.
La proposta di modifica ha prorogato fino al 30 giugno 2023 la norma della legge di bilancio (art. 1, comma 306 della legge 197/2022) che consentiva fino al 31 marzo, ai lavoratori dipendenti pubblici e privati affetti da patologie, di essere adibiti da parte del datore di lavoro a prestazioni lavorative in modalità agile anche attraverso lo svolgimento di mansioni comprese ?nella medesima categoria o area di inquadramento?. La norma della Manovra, prorogata fino a giugno, mette al riparo i lavoratori in smart working da eventuali decurtazioni di stipendio.
E fa salva l’applicazione delle disposizioni dei relativi contratti collettivi nazionali di lavoro, ove più favorevoli.
Il ministro della pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, ha rivendicato il risultato portato a casa dal Senato quando ormai la proroga sembrava sfumata per problemi di copertura. “Con l’emendamento al Milleproroghe confermiamo l’attenzione del governo per i lavoratori fragili, investendo risorse per la tutela e la salvaguardia di quelle categorie di dipendenti del comparto pubblico a cui dobbiamo prestare maggiore attenzione”, ha osservato il ministro. “Non era un risultato scontato ma abbiamo lavorato intensamente, trovando le risorse anche per le sostituzioni di personale indifferibile del comparto scuola e sanitario”.
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