Lo Stato e la Chiesa cattolica sono ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani. I loro rapporti sono regolati dai patti lateranensi. Le modificazioni dei patti accettate dalle due parti non richiedono procedimento di revisione costituzionale.
Commento a cura dell’avvocato Angelo Greco.
L’Italia è uno Stato laico, libera chiesa in libero stato, disse Cavour parafrasando un po quello che aveva predicato Gesù quando invitava i suoi discepoli a dare a Cesare ciò che è di Cesare ed a Dio ciò che è di Dio. L’articolo 7 e l’articolo 8 della Costituzione non fanno che proclamare questi principi di reciproca libertà e indipendenza tra lo Stato e le varie religioni. Lo Stato non deve dire alla Chiesa come si interpreta il Vangelo. E la Chiesa non può dire ai propri fedeli come si interpreta una legge. Dire che l’Italia è uno Stato laico, significa affermare che non ha una religione imposta dall’alto, come invece accadeva con lo statuto albertino. Nello statuto albertino si diceva che la religione di Stato è la religione cattolica, proprio come oggi avviene nei paesi islamici. Ma lo Stato non può avere una religione, è un controsenso. Sarebbe come negare la libertà di pensiero e di azione. Del resto non dimentichiamo che la laicità ci ha portato la pace. Si è versato più sangue per le religioni e gli ideali che per il vile denaro. Laicità significa non solo trattare alla pari chi ha un credo diverso, ma anche chi non lo ha, chi vive senza un fondamento religioso non è meno uomo di chi invece crede in un Dio, non ha meno sensibilità, non è meno buono, non è meno rispettoso del prossimo o dello Stato. È inutile battersi il petto ipocritamente e nascondersi dietro il proprio culto per ritenersi persone e per bene. Il Cardinale Martini diceva, Ciascuno di noi ha in sé un non credente, un credente che si parlano dentro, si interrogano a vicenda, si rimandano continue interrogazioni pungenti e inquietanti l’uno all’altro. Il non credente che in me inquieta il credente che è in me e viceversa, credenti o non credenti. Importante è che siate pensanti.
L’articolo 7 ha una lunga e travagliata storia alle spalle. Tutto nacque quando, nel 728, il re dei Longobardi Liutprando Donò allo Stato pontificio alcuni territori su cui il Papa assunse, oltre al potere spirituale, anche quello temporale, ossia il potere giuridico e amministrativo. Nel 1855, però, i Savoia espropriarono alla Chiesa tutte le sue. Terre. Cavour tentò una pace con il papato proclamando il principio di libera chiesa e il libero Stato. Così i territori del Vaticano furono ridimensionati e fu proclamato lo Stato laico. Da qui iniziò una profonda frattura fra lo Stato italiano e la Chiesa cattolica, che culminò nel 1870, quando i bersaglieri dell’esercito sabaudo, con la breccia di Porta Pia entrarono in Roma, che fu proclamata capitale. Dell’Italia, quattro anni dopo, Pio nono invitò tutti i cattolici a non partecipare alla vita politica dell’Italia, considerata uno Stato nemico della Chiesa cattolica. Fu la sua frase non expedit, ossia non conviene. Nel 1929 Mussolini poi, sperando che la Chiesa legittimasse il proprio regime, ricucì i rapporti con il Vaticano, firmando con Pio undicesimo i patti lateranensi.
Nei patti lateranensi, furono riconosciuti importanti privilegi. Della Chiesa, vescovi e cardinali ottennero l’immunità per i reati commessi, ottenendo di essere giudicati solo dai tribunali vaticani. La religione cattolica venne dichiarata religione di Stato e il suo insegnamento divenne obbligatorio in tutte le scuole. Così una parte del clero si schierò a favore della dittatura. L’Italia perse il suo carattere laico con la caduta del fascismo, però tutto cambiò di nuovo, ma non in modo traumatico. I padri costituenti riaffermarono la laicità dello Stato, riconoscendo il pluralismo religioso. Vennero lasciati inalterati i patti lateranensi che furono poi rivisti nel 1984 con la cosiddetta riforma del concordato, anche detta il nuovo concordato.
Il nuovo concordato abolì innanzitutto la religione cattolica come religione di Stato, cancellò il divieto che impediva l’indizione del referendum sul divorzio, eliminò l’obbligo di insegnamento della religione cattolica nelle scuole, che oggi è facoltativo, soppresse la congrua, cioè un contributo economico che veniva versato dallo Stato ai sacerdoti. Oggi invece i cittadini sono liberi di destinare alla Chiesa cattolica l’otto per mille delle tasse versate all’erario. Sono stati così eliminati tutti i privilegi prima accordati al cattolicesimo, mettendo. Sullo stesso piano tutte le confessioni religiose? Oggi la Chiesa cattolica occupa un territorio di appena 0,44 kmq all’interno delle mura leonine. Lo Stato della Città del Vaticano, con a capo il Papa, uno dei più potenti al mondo. La scrittura dell’articolo 7 e tutti i cambiamenti in esso contenuti furono possibili perché era mutata nel popolo la concezione della religione, non più un’ombra dello Stato capace di influire sulla vita politica della nazione, ma una sfera autonoma e indipendente, confinata nell’intimità del singolo individuo. Lo stesso Papa era ormai ben lontano dalla figura di un regnante, peraltro in un periodo di profonde fratture tra comunisti e liberali, monarchici e repubblicani. Era necessario trovare un elemento di riconciliazione, quantomeno con quella fetta di popolazione peraltro ancora consistente, che si riconosceva negli ideali cattolico-cristiani. Non dimentichiamo che la cultura cattolica ha assegnato la nostra storia, la nostra cultura, l’architettura, l’arte, la letteratura. Tutta l’Italia era ed è pregna di cattolicesimo, basta guardare le chiese sparse ovunque, le sculture, i quadri, le nicchie con le madonne ricavate dalle facciate dei palazzi antichi. Non c’è quasi nulla di laico o di profano nella nostra storia dell’arte. Del resto, se è vero che le regole servono a garantire la convivenza pacifica di un popolo, quando a quelle giuridiche si aggiungono anche quelle. Religiose, la stabilità è ancora più al sicuro e come disse Umberto Eco nel nome della rosa, se non vuoi che gli italiani sporchino un posto come i cani, basta che ci dipingi sopra un’immagine di Sant’Antonio con la punta di legno e questa scaccerà quelli che stanno per pisciare. Ecco quindi che l’articolo 7 riporta in una costituzione antifascista una normativa scritta dal fascismo, appunto, i patti lateranensi potrebbe apparire una contraddizione quando in realtà è un punto di equilibrio. È l’incontro tra tradizione. Futuro la Chiesa cattolica viene prima citata nella Costituzione, ma poi nella Costituzione stessa a respingerla, stabilendo che Stato e chiesa devono rimanere indipendenti, pensate ad esempio alla dibattuta questione del crocifisso nelle classi di scuola, su cui di recente si sono espresse le Sezioni Unite della Cassazione. Per la Suprema Corte la scelta di appendere il crocifisso in un’Aula non può essere imposta né dalla legge né dal dirigente scolastico, perché andrebbe contro il principio di laicità dello Stato. Al contrario, si tratta di una scelta di autogestione rimessa alla comunità scolastica nel suo insieme alunni e docenti. Un’altra recente vicenda che ha segnato l’opinione pubblica riguarda la sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo che ha ritenuto di non dover condannare i sacerdoti accusati di pedofilia.
La ragione di tale assoluzione, però, non è da imputare a una presunta immunità del clero, come alcuni hanno ritenuto. In realtà la Corte di Strasburgo si è semplicemente dichiarata incompetente e ciò perché lo Stato del Vaticano non ha firmato la Convenzione europea dei diritti dell’uomo. Pertanto la ceidu non ha giurisdizione sulla Chiesa cattolica. Sarebbe come se un tribunale giapponese volesse giudicare un italiano per un reato che ha commesso in Spagna. Oggi stato e chiesa cattolica sono due ordinamenti indipendenti e sovrani, i cui rapporti possono essere disciplinati solo contrattati internazionali, proprio come tra Stati autonomi, Stati che però si strizzano l’occhio ed è innegabile come la vicinanza del Vaticano abbia influito sulla nostra legislatura.
Pensate che solo in Italia è previsto prima del divorzio l’obbligo della separazione, un doppio passaggio per ostacolare il processo di divisione della coppia ed è sempre in Italia che si sono riscontrati i maggiori ostacoli in tema di riconoscimento delle coppie di fatto, delle coppie omosessuali, di fecondazione eterologa, di suicidio assistito. Questa commistione tra politica e religione, tra sacro e profano. Ha segnato la nostra storia, tanto è vero che fino a poco più di vent’anni fa l’Italia è stata governata da un partito che si chiamava democrazia cristiana, il che presupponeva esistesse una democrazia laica di cittadini che si riconoscevano comunque nella morale cristiana e del cristianesimo e dei suoi simboli. Si sono serviti spesso i politici nelle proprie campagne elettorali. Per richiamare l’attenzione di un elettorato ancorato alla tradizione si può anche dire che i rapporti tra Stato e Chiesa sono un po come i confini dell’ex Unione Sovietica. Mobili e a convenienza la chiesa è probabilmente diventata indipendente dallo Stato italiano, ma lo Stato italiano è davvero indipendente dalla Chiesa?